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Fascismo. Tra bugie e verità

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Da quasi 80 anni il fascismo ha cessato la sua vita politica e sociale per diventare storia e ricordo.

Nelle mani dei vincitori della II Guerra Mondiale la sua storia è stata spesso scritta grossolanamente, con errori voluti e dati inesatti, e spesso, anche davanti alle evidenti distorsioni, si è lasciato che le cose rimanessero così come erano state scritte, perchè al perdente doveva essere data l’intera colpa di quanto accaduto.

Che il fascismo non abbia avuto colpe e che non abbia commesso errori non è esatto. Ne ha compiuti diversi ed alcuni di questi sono stati deleteri per la sua esistenza. Ma spesso certi errori ad esso attribuiti gli sono stati accollati ingiustamente, volutamente e premeditatamente, facendolo diventare, nel tempo, la discarica sociale e storica dove sono state buttate tutte le colpe e le nefandezze compiute sia dalla politica che dai singoli uomini appartenenti della controparte.

Oggi, qualsiasi avvenimento o persona che ha una matrice negativa è marchiata come “fascista”, come se fosse un timbro ormai di uso collettivo con cui segnalare errori ed orrori.

Il fascismo fu tutt’altra cosa, soprattutto fu qualcosa di molto diverso dalla storia narrata da chi vinse quel pensiero con le armi ma non con idee diverse.

Fu un pensiero rivoluzionario, che diede lustro ad un’Italia in ginocchio uscita vincitrice dalla I Guerra Mondiale ma, allo stesso tempo, perdente, perchè non le furono riconosciute le promesse che la triade dei vincitori aveva fatto per indurre l’Italia a lasciare l’alleanza prussiana e unirsi alla controparte bellica.

Le notizie, i documenti, le informazioni che si andranno a leggere non vogliono in alcun modo riscrivere la storia ma solo correggerla su alcun punti decisamente falsi e ambigui. Starà poi al lettore giudicare e farsi un’idea personale sugli avvenimenti che caratterizzarono il secondo ventennio del ‘900.

Da decenni quel periodo è in mano agli scribacchini dell’antifascismo, ai partigiani di seconda e forse anche di terza generazione che disconoscendo fatti e luoghi ne descrivono però le vicende fino nei minimi dettagli.

I partigiani comunisti, quei pochi ancora rimasti, sono i più prolifici nel seminare ancora errori e ad operare omissioni, soprattutto per quelle vicende che riguardarono loro, vicende che fecero vergognare anche altri partigiani di altre estrazioni politiche che, pur combattendo per la stessa causa, ne disconobbero il valore e i metodi.

Il fascismo è stato un momento storico complesso e, allo stesso tempo, unico, di cui si è scritto con un solo occhio ed una sola mano, quelle sinistre.

Chi si è permesso di contraddire il racconto antifascista è stato spesso perseguito, denigrato, insultato, deriso, umiliato, perché dove quella vertià aveva faticato a stare in piedi non poteva esserci altro che il metodo barbaro e incivile di chi pretendeva ugualmente la ragione.

Forse diremo cose che potranno disturbare molti, soprattutto coloro che sono cresciuti con il mantra dell’antifascismo e che del fascismo ne hanno fatto la loro pezza da piedi.

Cosa diranno di noi non importa. A noi importa accendere un piccolo faro su un periodo della storia italiana lasciata volutamente al buio da chi, da quel buio, ha tratto i propri vantaggi personali e la propria carriera politica.

Chi crede che il fascismo sia un’idea morta e sepolta sbaglia di grosso, come sbaglia chi pensa che il fascismo, inteso come lo era ai suoi tempi, possa ritornare a camminare sulle strade della politica odierna.

L’idea vive e sopravvivrà a lungo, nonostante la canea urlante di chi la odia più per ignoranza che per apprendimento. Mussolini lo predisse, lo volle e manifestò il suo pensiero con una frase che è rimasta scolpita nella storia, a ricordo e monito per le generazioni future:

“Dovete sopravvivere e mantenere nel cuore la Fede. Il mondo, me scomparso, avrà ancora bisogno dell’idea che è stata e sarà la più originale e la più mediterranea ed Europea delle idee. La Storia mi darà ragione.”

Benito Mussolini.