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La crisi di Sigonella. Quando l’Italia si fece rispettare dagli USA.

DiDirezione

Dic 13, 2023

La crisi di Sigonella fu un caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti d’America avvenuto nell’ottobre del 1985.

Il 7 Ottobre un commando palestinese sequestrò in acque egiziane la nave da crociera itaiana Achille Lauro, dirottandola verso la Siria.

I miliziani, prima di far rientrare la nave in Egitto dopo la mediazione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), uccisero Leon Klinghoffer, americano di origine ebraica.

La morte dell’ebreo americano portò gli USA a chiedere al governo egiziano l’immediata estradizione del commando palestinese, ma, nel mentre, quello italiano stava trattando direttamente con l’OLP la consegna dei quattro dirottatori affinché fossero giudicati in Italia.

La legge internazionale era dalla parte di Roma considerato che, nel diritto nautico internazionale, una nave è territorio della bandiera battente.

Ma gli USA , pieni della loro arrogante prepotenza ed il loro egocentrismo, misto all’innata indole di ritenersi superiori a chiunque, chiesero comunque la consegna dei dirottatori.

Il 10 Ottobre il governo egiziano imbarcò i quattro dirottatori su un aereo diretto in Tunisia dove l’OLP aveva sede così come era stato stabilito con gli accordi che intercorsero con l’Italia. L’aereo però venne intercettato all’altezza del Canale di Sicilia da un F14 americano e fu dirottato. Dopo di chè il governo americano chiese a quello italiano il permesso di farlo atterrare nella base NATO di Sigonella cosa che l’Italia concesse.

Nelle primissime ore dell’11 Ottobre l’aereo atterrò a Sigonella ma gli ufficiali di volo americani trovarono sulla pista di atterraggio 30 avieri VAM (il Corpo di Vigilanza Aeronautica) e 20 Carabinieri che circondarono il veivolo.

Pochi minuti dopo arrivarono alcuni militari americani che si dispiegarono circondando a loro volta quelli italiani e lo fecero armi in pugno.

Alle 01:15 sulla pista di Sigonella arrivarono i rinforzi dei carabinieri che circondarono a loro volta gli americani che avevano circondato quelli italiani e puntarono le armi contro i marines.

La situazione rimase in stallo e il Presidente Reagan fu costretto a chiamare direttamente Craxi nel cuore delal notte. Ma il Presidente del Consiglio italiano non si mosse dalle sue posizioni. Reagan non potè fare altro che prenderne atto.

Alle 05:30 i militari americani si ritirarono dalla base di Sigonella lasciandone il controllo alle autorità italiane le quali decisero di trasferire il Boeing all’aeroporto di Ciampino.

Ma, annusando che la questione con gli americani non fosse ancora risolta, decisero di affidare all’aereo egiziano una scorta di caccia dell’Aeronatuca Italiana.

Videro giusto. Alle 21:30 un caccia americano cercò di interferire senza successo e il Boeing egiziano riuscì ad atterrare a Ciampicno alle 23:00.

Gli americani, però, non si dettero per vinti e fecero in modo che ad attendere i 4 dirottatori ci fosse un un F14 americano che si dispose di traverso sulla pista per impedire le manovre di atterraggio dell’aereo egiziano.

L’Ammiraglio Martini, vista la situazione, fece sapere al pilota americano che avrebbe avuto solo 5 minuti di tempo per liberare la pista. Ne passarono solo 3 e l’F14 accese i motori e ripartì.

La battaglia di Sigonella si era conclusa.

Trentasette anni dopo, la crisi di Sigonella può essere letta con gli occhi della Storia, riconoscendola come l’ultimo sussulto di sovranità dell’Italia al cospetto dell’alleato americano.

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