• Dom. Nov 2nd, 2025

Il Popolo d'Italia

Fondato nel 1914 da Benito Mussolini

La menzogna, l’arma spuntata della sinistra.

L’agonia di un potere politico nascosto per decenni sotto le toghe di certi Pm e giudici si sta avviando verso la sua dipartita, ma quel potere, non del tutto conscio del proprio stato terminale, cerca ancora di aggrapparsi a qualunque cosa pur di sopravvivere E così arriva a mentire, falsificare, trarre in inganno chi lo ascolta. Sono gli ultimi segni vitali di un corpo ormai destinato alla tomba.

La riforma della giustizia intende dare la garanzia che le correnti politiche non abbiano il dominio sugli esiti giudiziari e che non siano un’arma politica da usare contro partiti, movimenti e persone avversari.

Vuole evitare che PM e giudici non si accordino sulle sentenze che potrebbero fare loro comodo, oppure che siano di comodo al partito in cui militano a danno di altre formazioni politiche.

Votare SI alla riforma della giustizia vuol dire portare avanti l’idea di Giovanni Falcone, che della separazione delle carriere tra PM e giudici era sostenitore, vuol dire troncare combutte tra PM e giudici, che in accordo tra le parti hanno creato forme di persecuzione giudiziaria trentennali – come è già accaduto in passato – non per colpire la criminalità organizzata o il terrorismo, ma per eliminare un avversario politico scomodo ad una certa parte politica della nazione.

Vuol dire anche mettere la parola fine all’uso del potere giudiziario usato da una certa magistratura che dei tribunali ne ha fatto un luogo di epurazione sociale e politica per spianare la strada ad una ideologia la quale, con la compiacenza e la complicità di certi togati, ha usato la giustizia come un’arma con cui difendere i propri interessi personali e di partito.

La riforma della giustizia prevede la nascita dell’Alta Corte Disciplinare, che vuole responsabilizzare quella magistratura che con superficialità professionale, ignoranza o interesse di parte ha colpito persone innocenti o perseguito per decenni un soggetto nel nome di una personalissima visione politica mettendo in atto una spietata militanza a favore di una certa ideologia.

La riforma tende a riportare la magistratura ad essere un luogo completamente asettico dalle interferenze politiche senza che le venga tolta la propria indipendenza e, allo stesso tempo, intende mettere chiari e netti i confini tra magistratura e potere esecutivo dove la prima non dpuò e non deve inteferire sulla seconda.

Infine è falsa l’affermazione secondo la quale “il PM sarà sottoposto al controllo del governo”, perchè è vero il contrario, ovvero che i PM non potranno più essere soggetti ai voleri del governo o esercitare una militanza politica a sostegno o contraria al governo del momento.

Falsa quell’affermazione anche perchè la riforma prevedere la garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura ed elimina il sistema elettivo attuale dei suoi componenti, ovvero modifica il criterio sulla scelta dei membri togati del CSM – che oggi vengono eletti dai loro colleghi – sostituendolo con l’elezione a sorteggio dei membri, metodo non gradito ad una certa magistratura che si vedrà amputata dal potere di certe correnti che fino ad oggi è stato sostenuto e protetto da elementi del CSM anch’essi facenti parte di quel potere correntizio.

Ingannare le persone dando loro false visioni sui contenuti della riforma, o far credere che vi sia una sorta di “colpo di stato” che questo governo vorrebbe attuare attraverso di essa è l’ultimo tentativo di sopravvivenza di quella parte di magistratura politicamente corrotta che ha usato la toga per scopi diversi da quelli che prevedeva la giustizia.

Falcone aveva visto bene cosa si nascondeva sotto certe toghe e dietro certe sentenze, per questo venne isolato dai alcuni dei suoi colleghi e accusato pubblicamente da certi esponenti politici palermitani quando colpì la vita politica di quella città destabilizzando poteri e corruzione decennali.

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